PILLOLE NEL MONDO DELL'ARTE

Verso l’isola degli Dei
Il mercato dell’arte su Bali
Negli ultimi decenni si assiste a un fenomeno davvero notevole sul mercato dell’arte, slegato dalle dinamiche dell’avanguardismo e nemmeno ascrivibile a un percorso inserito nella storia dell’arte ufficiale. Si tratta dell’interesse collezionistico nei confronti della “scoperta” balinese, attuata da una colonia di pittori – soprattutto olandesi, ma anche italiani – a partire dagli anni Trenta del secolo scorso.
Leggi di più
Sappiamo con esattezza l’impatto provocato dalle balinesi al pittore, e viceversa: “…è un piacere avere un’intera popolazione a propria diposizione. Ti guardi intorno, e vedi affascinanti, sincere, naif, amichevoli ragazze, poter scegliere la più carina e rimanere incuriosita e immobile per delle ore a osservare cosa stai facendo” (Seline Hofker and Gianni Orsini, Willem Gerard Hofker, Uitgeverij de Kunst, 2013, p. 28). Descrizioni audaci, ma che sulla tela si esprimono in modo sontuoso. Non dissimile il bergamasco Romualdo Locatelli, che giunge sull’isola nel 1939 e dove li fece la conoscenza di un altro pittore italo-egiziano, Emilio Ambron. Fa specie, sul mercato, ossservare i risultati straordinari di Romualdo – record price nel 2015 con la Ragazza balinese aggiudicata a 688.800 euro – e la carrellata di invenduti del collega; a dimostrazione che nemmeno la posterità garantisce un successo. Ragguardevoli pure Rudolf Bonnet, sempre olandese (suo record nel 2015 con una scena di mercato battuta a 2.677.400 euro), Walter Spies, russo d’origine ma tedesco d’elezione, capace di inanellare capolavori sul tema per freschezza e atmosfere (suo record nel 2013 a 2.560.410 euro, ma che registra almeno una decina di opere attorno al milione) e Roland Strasser, viennese (dalle aggiudicazioni più contenute ma sempre oltre i ventimila euro con facilità). Diverso il caso del belga Adrien Jean Le Mayeur, che giunse a Bali nel 1932; egli rimase talmente imbrigliato nella cultura balinese, che decise di stabilirsi definitivamente, sposando una danzatrice che all’epoca aveva quindici anni (Ni Pollok) e con l’intento di creare un museo – peraltro ancora esistente a Sanur –. Le sue opere registrano costantemente risultati poderosi (record nel 2016 con Donne attorno al laghetto dei fiori di loto, battuta a 3.013.400 euro) e, nonostante sia un pittore convenzionale, suscita un forte impatto tra i collezionisti amanti del genere. Sorprendente il messicano Miguel Covarrubias, il quale mosso più da una passione antropologica, giunse a Bali in viaggio di nozze nel 1930 con la moglie Rosa; i dipinti anticipano persino Botero e mescolano un senso del colore tipicamente messicano a una semplicità naif alla Rousseau il Doganiere (suo record nel 2014 con Preparativi per una cerimonia balinese, battuta a 714.700). Venendo a tempi più recenti, il filippino-americano-spagnolo Antonio Blanco (record nel 2012 con il nudo disteso che ha raggiunto 328.320 euro) sceglie di comporre le sensuali balinesi quasi affiorassero dalla luce, dando un senso di strisciante movimento. Chiudiamo questa parziale scelta di artisti che hanno fatto di Bali il loro tema prediletto, con il cinese Lee Man Fong, dai risultati vertiginosi (record nel 2012 a 2.969.700 con Fortuna e Longevità ma capace di fare quasi la stessa cifra per vita balinese sia nel 2013 sia nel 2014 che nel 2019); è una pittura sognante, che rispetta la tradizione cinese ma la mescola a un gusto narrativo europeo tanto che egli fece il viaggio inverso degli olandesi a Bali, andando ad esporre proprio a The Hague, il punto di partenza di questa nostra storia.